Il mercato degli “Pneumatici a Fine Uso”:

dimensioni del problema

Le reali dimensioni del problema, non sono ancora veramente emerse, in quanto i dati a disposizione sono frutto di stime, a volte anche discordanti, che tengono conto del flusso dello pneumatico nei normali canali di produzione e smaltimento mentre sfuggono alla statistica gli stoccaggi temporanei non autorizzati e l’abbandono in discariche abusive, modalità queste ultime che, oltre ad essere illegali, si prestano a pratiche di smaltimento sommario quali l’incendio dei cumuli con gravi ricadute sulle componenti essenziali dell’ecosistema (aria, suolo, acqua) e del sistema agro-alimentare e produttivo del territorio.
Secondo la European Tyre Recycling Association (ETRA), attualmente si accumulano, ogni anno, più di 2.500.000 di tonnellate di pneumatici usati in Europa, con un incremento annuo del 2% circa; in pochi anni, in totale potrebbero superare le 3.500.000 tonnellate. Tra Europa dell’Est, Nord America, America Latina, Asia ed Estremo Oriente si accumulano ogni anno oltre 10.000.000 di tonnellate di pneumatici fuori uso.
Questi aspetti fanno emergere il problema dello smaltimento degli pneumatici in tutta la sua complessità, anche in considerazione del disposto della Direttiva Europea nº 1999/31 che ha previsto il divieto di smaltimento in discarica di pneumatici interi a partire dal luglio 2003 mentre per quelli frantumati tale divieto è entrato in vigore dal luglio 2006.

L’impianto di depolimerizzaizone e gli obiettivi

LA SOLUZIONE TECNOLOGICA

L’impianto realizza una soluzione tecnologica innovativa che si inserisce nella parte terminale della filiera dello pneumatico che consente di recuperare i suoi preziosi componenti e tutto il conseguente potenziale energetico.

Gli sforzi congiunti tra i soggetti proprietari e licenziatari del brevetto hanno infatti permesso di realizzare un impianto che consente di raggiungere contemporaneamente i seguenti risultati:

1. LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA DELLO SMALTIMENTO DEGLI PNEUMATICI
Il processo separa e recupera le frazioni nobili dello pneumatico, quali miscela di idrocarburi (sia allo stato fluido che gassoso), acciaio e carbone, senza recare pregiudizio all’ambiente; le principali peculiarità possono essere così sintetizzate:
• basso impatto ambientale;
• flessibilità di installazione e modularità;
• economicità di gestione;
• ottimizzazione degli approvvigionamenti e territorializzazione dello smaltimento;

2. TRASFERIBILITÀ BASSO IMPATTO AMBIENTALE
• ed applicabilità dell’impianto alla più vasta gamma di realtà operative;
• possibilità di bonificare in sito aree inquinate.
L’impianto per le sue caratteristiche peculiari ha un impatto ambientale insignificante e non crea inconvenienti di rumorosità e/o esalazioni.

3. FLESSIBILITÀ DI INSTALLAZIONE E MODULARITÀ
L’impianto è concepito, grazie alle sue dimensioni ridotte e modularità, in modo da adattarsi a qualsiasi tipo di collocazione, integrandosi nel territorio senza arrecare disturbo alla popolazione in quanto lo pneumatico viene trattato senza triturazione e l’impianto non necessita di linee abbattimento fumi.

4. ECONOMICITÀ  DELLA GESTIONE
L’accertata economicità della gestione è insita nella tecnologia adottata:
1. immissione nel processo di pneumatici senza alcuna lavorazione preventiva;
2. funzionamento dell’impianto totalmente gestito e controllato in tutte le sue fasi da un PLC “controllo processo, controllo temperatura, controllo continuo delle emissioni”;
3. caricamento pneumatici (tal quali) e scarico dei prodotti in automatico.
L’impianto attua e rende praticabile, in termini economicamente vantaggiosi, uno dei principi generali del recupero che prevede l’utilizzo dei rifiuti (pneumatici a fine uso) per la produzione di materie ad alto valore aggiunto (olio combustibile, gas, acciaio ecc..).

5. OTTIMIZZAZIONE
La capillare distribuzione degli impianti consentirà l’ottimizzazione degli approvvigionamenti e la territorializzazione dello smaltimento con contestuale eliminazione dei costi economici ed ambientali del trasporto a lunga distanza dello pneumatico.

6. TRASFERIBILITÀ ED APPLICABILITÀ DELL’IMPIANTO ALLA PIÙ VASTA GAMMA DI REALTÀ OPERATIVE, POSSIBILITÀ DI BONIFICARE SITI E AREE INQUINATE
Le contenute dimensioni del singolo modulo dell’impianto ne consente il facile inserimento anche nell’ambito delle attività produttive esistenti siano esse pubbliche che private, artigianali, commerciali,  agricole e di servizi.
Le caratteristiche dimensionali e i ridotti fabbisogni infrastrutturali richiesti ne rendono particolarmente semplice anche l’inserimento temporaneo all’interno di siti da sottoporre a bonifica;  infatti le contenute dimensioni del modulo di impianto consentono il suo smontaggio e trasferimento nel giro di pochi giorni una volta realizzata la bonifica del sito.

GLI OBIETTIVI DEL NOSTRO PROGRAMMA

Il programma prevede di realizzare una rete di impianti diffusa nel territorio con l’intento di perseguire i seguenti obiettivi:
1) il  riutilizzo, riciclaggio e recupero delle materie contenute nello pneumatico a fine uso in ambiti territoriali locali dove vengono prodotti senza bisogno di trasporti a lunga distanza;
2) la produzione di materie prime importanti per l’industria petrolifera, siderurgica, ecc..;
3) la eventuale produzione di energia elettrica e/o termica (cogenerazione) da fonte rinnovabile, distribuita sul territorio;
4) l’eliminazione dei costi economici ed ambientali del trasporto a lunga distanza dello pneumatico fine uso, da dove si genera ai pochi impianti tradizionali di smaltimento esistenti;
5) La graduale sostituzione di altri metodi di recupero di PFU poco interessanti dal punto di vista del bilancio energetico ed economico.

GLI OBIETTIVI DELL’IMPIANTO

Molteplici sono le tecniche e le tecnologie messe a punto per intervenire nel ciclo dello pneumatico giunto a fine carriera e, cosa di non trascurabile importanza,  al recupero di situazioni compromesse, a volte, proprio per la mancanza di efficaci strumenti di recupero dello pneumatico, economicamente sostenibili ed in grado, quindi, di evitare la diffusione di situazioni di pericolo ambientale come quella rappresentata da un vecchio stoccaggio temporaneo raffigurato nella foto di seguito riportata.La nostra soluzione tecnologia, invece, applica al meglio le politiche nazionali e comunitarie  in materia di trattamento dei rifiuti, che sono orientate al loro recupero e alla gestione dello smaltimento all’interno dei territori di produzione sfruttando questa innovazione. Inoltre attua e rende praticabile, in quanto economicamente vantaggioso, uno dei principi generali del recupero che prevede l’utilizzo dei rifiuti per la produzione di materie ad alto valore aggiunto.

Non viene proposta una semplice termovalorizzazione di rifiuti, ma un processo di trattamento per il recupero delle materie prime – principalmente olio combustibile, gas ed acciaio – con eventuale estensione per l’utilizzo dell’olio e del gas per la produzione di energia elettrica e/o termica ottenuta in stazioni di produzione energetica, a valle dell’impianto, dimensionate appositamente per soddisfare la richiesta locale.
L’impianto, così concepito, si integra al sistema produttivo territoriale e, sfruttando le maggiori quantità di pneumatici fuori uso presenti nelle aree urbanizzate, è in grado di dare migliori risultati nella sua realizzazione per soddisfare la produzione di materie prime ad alto valore aggiunto oltre che eventualmente soddisfare le esigenze termiche ed elettriche di attività i cui fabbisogni sono pressoché costanti durante l’anno (cartiere, attività artigianali e industriali ) e variabili (sericoltura, ospedali, grandi edifici pubblici).
Prima di passare alla disamina dell’impianto di depolimerizzazione riteniamo opportuno rappresentare brevemente quelle che, attualmente, risultano essere le principali tecnologie esistenti per il recupero dei Pneumatici Fuori Uso.